La tradizione, anche nei matrimoni, ha stancato un po’ tutti ed è per questo motivo che in molti si separano da quelli che sono i dettami del bon ton e della storia per l’organizzazione del loro sposalizio.
Al matrimonio, almeno fino a qualche anno fa, era associato in maniera precipua il bianco, colore sia dell’abito della sposa che dei confetti.
È proprio di questo secondo punto che parleremo oggi: di che colore devono essere i confetti per il matrimonio? C’è libertà di scelta? Come possiamo muoverci? Vediamolo insieme, con un occhio alla tradizione e alle leggende, e anche, perché no, alle novità che il mercato ci offre.
Secondo la tradizione? Sempre e solo bianchi
La tradizione è piuttosto chiara riguardo il colore dei confetti. La tradizione, per chi non lo avesse ancora capito, vuole sempre e comunque il bianco. Si tratta di un rituale che è nato coi confetti stessi, quando colorarli non era ancora possibile per evidenti problemi tecnici. Il bianco poi è un colore presente nei matrimoni molto di frequente: richiama l’abito della sposa e, spesso e volentieri, anche quelli che sono gli addobbi floreali.
Ma si può esulare da questa scelta?
I colori “occupati”
Di seguito trovate i colori che sono già “occupati” per altri tipi di celebrazioni:
- Rosso: Nozze di rubini – 45 anni;
- Verde: Nozze di smeraldo: 40 anni;
- Oro: Nozze d’oro – 50 anni di matrimonio;
- Rosa: Nozze di seta: 2 anni di matrimonio;
- Azzurro: Nozze di perla: 30 anni;
- Argentato: Nozze di diamante: 60 anni.
Si tratta di colori che, almeno dentro la bomboniera, non dovrebbero mai finire. Possono però essere sicuramente utilizzati per i rinfreschi, senza che nessuno abbia nulla da ridire.
Come comportarsi allora?
Nella bomboniera, per chi voglia essere ossequioso nei confronti della tradizione, dovrebbero finire esclusivamente i confetti bianchi. Gli altri colori si possono usare per i confetti sfusi che in genere accompagnano il ricevimento prima delle nozze vere e proprie.
Potete ovviamente fare anche di testa vostra, sapendo però di mettervi contro una tradizione molto consolidata e di turbare coloro i quali si aspettano la ripetizione di ogni matrimonio, ognuno identico all’altro.